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GIULIANO MARIN: ECRIRE L’ÉSPACE – SCRIVERE LO SPAZIO – GALERIE VÉRA AMSELLEM – PARIS


I Edizione del Ciclo “Territori del bianco”
GIULIANO MARIN  / lo spazio scritto

Dal 9 marzo al 10 aprile 2012
Inaugurazione: giovedì 8 marzo 2012  ore 19,00
a cura di Vittoria Biasi
Vernissage in presenza della’artista e della curatrice.
Texte par Vittoria Biasi

Giovedì 8 marzo 2012  si inaugura presso la Galleria Vera Amsellem la mostra di Giuliano Marin.

L’evento apre un ciclo di quattro mostre personali che confermano l’attenzione della Galleria Vera Amsellem verso le nuove generazioni di artisti e rafforzano il sodalizio fra la Francia e l’Italia, paesi fortemente impegnati nell’arte contemporanea. Il progetto di Vittoria Biasi ‘Territori del bianco’ propone per il 2012 le personali di 4 artisti italiani che, per differenti percorsi, si confrontano con un concetto di bianco e di confine, in cui immergono la ricerca pittorica: Giuliano Marin, Emanuela Lena, Daniela Monaci e Alessandra Porfidia sfidano l’eroismo del segno nella relazione con il tempo, con il mondo, con l’infigurabile. La loro ricerca utilizza linguaggi speculari al pensiero.

Lo spazio scritto” è la prima delle quattro mostre a cura di Vittoria Biasi che si svolgeranno alla Galleria Vera Amsellem, aperta al pubblico fino al 10 aprile 2012 e presenta cinque lavori di Giuliano Marin.

Giuliano Marin – “Lo spazio scritto”, il lavoro nasce dall’interesse dell’artista per le forme che si declina nella serie transeunte. La mostra personale impagina 5 delle 13 riproduzioni complessive (tutte del formato 150×100 cm). L’artista compone la visione lungo una linea di confine tra architetture reali e immaginarie o dello spazio. L’opera offre una doppia lettura tra significato e significante, tra oggetto e suo paesaggio. Simile ad un monocromo, le opere sono un bisbiglio di segni che vibrano attorno ad una quantistica di luce da cui prendono corpo. Prismi che si trasformano in contenitori, matrici di qualcosa di misterioso, di un tempo e di uno spazio che si tramuta in segno, in geometrie irregolare, esposta ad una visione arcana.

La mostra è accompagnata da un catalogo monografico a cura di Valentina Piscitelli, edito e distribuito da opposto.net

Giuliano Marin nasce a Castelfranco Veneto (TV), vive a Roma. Compie  studi tecnico commerciali, successivamente frequenta un corso di grafica design, contemporaneamente collabora con la Encofilms alla realizzazione di numerose scenografie e spot pubblicitari per numerosi programmi televisivi per le reti Rai e Mediaset. L’interesse per geometrie pure ed essenziali, per i volumi hanno caratterizzato nel tempo la sua ricerca. E’ possibile individuare nel suo studio tre fasi: la prima è connotata da una forma compositiva iper-realista, con una produzione di opere dagli anni ’90 al 2000 che culmina con la presenza a Palazzo Serlupi di un’opera inserita nella rassegna d’arte contemporanea ‘Straordinari Cortili’ organizzata da Arnaldo Romani Brizzi e da Ludovico Pratesi; la seconda è connotata da un progressivo abbandono dell’iper realismo per avvicinarsi con maggiore libertà ad un aspetto più gestuale e segnico, con una produzione di lavori fino al 2005, Dello stesso periodo la collettiva presso la Galleria 9 arte Contemporanea di Roma a cura di Elisabetta Giovagnoni e la Colectiva En Balmes a cura di Carme Espinet, presso la Galleria Espinet di Barcellona e la selezione – per la seconda volta – , la prima nel 2002, all’International Young Art 2004 Artlink Tel Aviv in collaborazione con Sotheby’s. L’interesse per l’architettura razionalista italiana e la continua esemplificazione conferiscono al disegno una cifra fumettistica, dando vita ad una Gotham city mediterranea. Del 2008 la mostra – Gotham City – all Dangen Art Gallery di Nashville U.S.A.  e Rome. The road to contemporary art alla Galleria Oredaria arti contemporanee di Roma.

L’attuale fase è ancora connotata da visioni immaginarie di ‘architetture scritte’. Del 2010 il cortometraggio ‘ritratto d’artista’ a cura di Adriano Candiago per il corso di Cinema e realtà di Daniele Segre, del centro sperimentale di cinematografia di Roma.

La mostra “Lo spazio scritto” è patrocinata dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e centro storico e dalla città di Castelfranco Veneto, Assessorato alla Cultura.

 

Galleria Véra Amsellem
48 rue du Roi de Sicile 75004 Paris, France
galerieveraamsellem@gmail.com

Aperta da martedì a sabato dalle 14,00 alle 19,00

La strada Rue du Roi de Sicile è chiusa al traffico la domenica dalle ore 11,00 alle ore 17,30

Per informazioni
Valentina Piscitelli, m +39 3397636688, valentina.piscitelli@gmail.com

Informazioni sulla mostra “Lo spazio scritto” su http://www.giulianomarin.it/ ; http://www.galerieveraamsellem.com/ info: galerieveraamsellem@dbmail.com; T. +33 1 40 29 47 34

Ufficio stampa Galleria Vera Amsellem
Martine Duhamel            m.duhamel@noos.fr            06 30 39 83 30

Giuliano Marin “Lo spazio scritto”
Collana: Libri d’arte e Cataloghi di mostre
Con un saggio introduttivo di Valentina Piscitelli
Testi di: Dino Gasperini, Claudio De Angelis, Andrea Giunti, Matilde Migliorini, Franco Purini,
Edito da: Edizioni Opposto
EAN ISBN 978-88-97565-09-3
Testo tradotto in Francese da: Ignazio Argentieri, Vanessa Santoni
Formato: 16 x 24 – Stampato nel mese di marzo 2012 – Prezzo :  € 18,00
Copertina: Giuliano Marin, I.O. Insideout, 2009
Foto: Abbrescia Santinelli

Un modello ideale di società evoluta tende a distribuire in modo equilibrato le risorse economiche, disegnando modelli di sviluppo in grado di realizzare uno scenario di crescita armonico per tutti gli individui che la compongono e riconoscendo implicitamente loro, con ciò, il diritto ad affermarsi assegnando al concetto di differenza il valore di risorsa comune. Per giungere a questo scopo occorre dare la valenza giusta alla concretezza e alla creatività come mezzo irrinunciabile per l’evoluzione della società stessa. Punto di equilibrio tra economia e cultura è la prestazione intellettuale genericamente intesa, anello di congiunzione tra l’artista e la “mise en scène” delle sue opere. Essa viene convogliata nelle fasi che precedono la mostra e viene resa ancora più fertile dall’interazione tra cervelli in grado di innescare tra di loro e all’esterno più livelli di coinvolgimento. Queste menti rappresentano il think tank di un processo virtuoso di crescita civile, che porta alla testimonianza allargata di un percorso culturale altrimenti solitario. Il catalogo della mostra di Giuliano Marin “Lo spazio scritto” racconta una esperienza di dialogo tra l’Italia e la Francia, riassunti nel progetto “Territori del bianco”, a cura di Vittoria Biasi. Il catalogo invita a conoscere il lavoro che precede una mostra, che si avvale del percorso creativo dell’artista, ma anche dell’interazione tra i soggetti che ruotano attorno alla sua figura: l’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dino Gasperini apre il catalogo e concede il patrocinio per la prima volta ad mostra ideata in Italia che si svolge in Francia, a seguire il testo della curatrice e ideatrice del percorso espositivo, il critico Vittoria Biasi, che esplora il procedimento linguistico nell’ambito del confronto culturale che da oriente a occidente scrive i luoghi e i confini della monocromia, lo studioso della percezione visiva l’architetto Claudio De Angelis ci conduce nella genesi del processo creativo partendo dagli schizzi per arrivare alla “meta” della ricerca, il Prof. Franco Purini scava nell’attitudine visionaria dell’artista individuando nei disegni le atmosfere surriscaldate e metalliche e le relazioni topologiche primarie, l’architetto Andrea Giunti ci invita a ravvisare nel lavoro un supercodice internazionale individuando nel percorso creativo le ispirazioni a Sant’Elia e Terragni, la dott.ssa Matilde Migliorini ci introduce nel suo laboratorio di restauro, illustrandoci le raffinate tecniche di rifodero della carta, attraverso l’inventiva – tutta italiana – di un metodo messo a punto da Matteo Rossi Doria, che, attraverso il riscaldamento dell’opera, consente l’aderenza della carta da imballaggio alla carta Bolloré Thin Papers, che preserva l’opera dall’invecchiamento. A chiudere la serie di interventi le 13 opere selezionate, magistralmente riprodotte da f2f studio dai fotografi Pino Abbrescia e Fabio Santinelli.

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