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MICROCOLLECTION, INTERVISTA AD ELISA BOLLAZZI

Microcollection, intervista ad Elisa Bollazzi di Valentina Colella

Il Museo Microcollection nasce nel 1990 quando la sua Direttrice Elisa Bollazzi, in visita al Padiglione Inglese della Biennale di Venezia, raccoglie frammenti di un’opera di Anish Kapoor, finiti casualmente sul pavimento.

Queste microparticelle, hanno rappresentato una svolta e l’inizio di un nuovo modo di muoversi nei circuiti dell’arte, alla ricerca di nuove microacquisizioni che sarebbero andate diversamente distrutte. Microcollection conta ormai centinaia di frammenti di opere d’arte che, montati su comuni vetrini da laboratorio, sono visibili al microscopio durante Cabinets de regard itineranti in Italia e all’estero.

La Direttrice del Museo Microcollection dal ’90 non si è mai fermata, il Museo oggi vanta una preziosissima collezione tra cui: Joseph Beuys, Daniel Buren, Richard Long, Alberto Burri, Piero Gilardi, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Marina Abramovic, John Cage, Maurizio Cattelan, Lucio Fontana, Marcel Duchamp.

Nel 2008 Elisa Bollazzi attiva le cosiddette Semine d’arte, seminando in aree verdi preziosi frammenti di opere della collezione i cui titoli ne mostrano il criterio di selezione adottato: L’albero di 3 metri di Penone, Angurie di Gilardi, etc. Avviando così una restituzione fisica dei frammenti (prelievo/dono).

Collezione Microcollection, elenco artisti:
http://www.microcollection.it/mc/collezione/artisti

 

Intervista a Elisa Bollazzi

1_Come possiamo osservare i frammenti, sono invisibili?

I numerosissimi frammenti della collezione che sottraggo all’oblio dal lontano 1990 sono custoditi in comuni vetrini da laboratorio e sono visibili al microscopio solamente durante i cosiddetti Cabinets de regard itineranti in Italia e all’estero. Il frammento rappresenta la parte per il tutto, il nucleo centrale di Microcollection e racchiude in sé la vera essenza e la mitologia dell’arte. L’occhio attento del fruitore si accosta al microscopio con riverenza e stupore in un atto pressoché sacrale.

2_Ti va di parlare delle Semine? Come? Quando? Cosa?

Nel 2008 ho dato vita alle Semine d’arte in parchi, vasi, aiuole, Urban gardens in tutto il mondo, attivando una dinamica di restituzione fisica dei frammenti prelevati negli anni in una simbologia trasparente molto chiara di prelievo e dono. I titoli delle opere di cui semino piccole particelle mostrano il criterio di selezione: L’albero di 3 metri di Giuseppe Penone, Angurie di Piero Gilardi, etc. Il pubblico attende paziente la crescita di queste opere d’arte in divenire e la contemplazione genera così uno spazio sociale, un luogo d’incontro, di confronto e discussione nel tempo dell’attesa come spazio del pensiero e di ricerca, un’attesa benefica che stimola la creatività. Nel 2011 nascono le Semine d’arte su commissione realizzate da sostenitori e affezionati collaboratori di Microcollection nel mondo intero.

Ad oggi sono state effettuate decine di Semine d’arte, cito qui le più emblematiche e più ufficiali, Les jeunes pousse d’Italie al Centre des livres d’artiste, CDLA a Saint-Yrieix-la-Perche in Francia nel 2013, Vivaio d’arte a Cuneo nella manifestazione internazionale ZOOart nel 2014 e Petit Swiss nel Dipartimento d’arte creato dall’artista Ildiko Serà nell’Urban garden Merkurgarten di Zurigo, tutte in collaborazione con l’artista parigino Hubert Renard che ha scritto dei curiosi testi botanico-critici di ogni artista per così dire “seminato”. Sono state esperienze molto toccanti con un impatto emotivo su di me e sul pubblico molto intenso.

3_Se Elisa dovesse andare su un’isola, quali frammenti porterebbe? Il limite concesso 10.

In realtà li conservo tutti nella mia mente, ognuno con la propria storia, quindi sull’isola andrei con tutti quanti: il frammento donato dall’artista stesso per una semina speciale in Francia, il frammento regalato da un noto e ambizioso collezionista, il frammento abbandonato trovato in una galleria newyorkese e così via. Ogni micro-particella della collezione, e sono centinaia ormai, rappresenta un pezzo della mia vita, una mappatura personale che si arricchisce e mi arricchisce ogni giorno.

Tornando alla domanda, porterei sicuramente con me il primo frammento della collezione, il pulviscolo di un’opera significativa di Anish Kapoor di cui il ricordo è ancora così vivo in me nonostante fosse il 1990, un’emozione indescrivibile, guardavo quel frammento tra le dita e ne sentivo il valore intrinseco, una magia indimenticabile che ha segnato l’inizio di un mio nuovo percorso artistico. Il secondo senz’altro Joseph Beuys, di cui possiedo più di un esemplare, guardo quei frammenti e la mente rimbalza commossa al grande artista. Il terzo un piccolo pezzo di un lavoro accattivante del giovane artista marocchino Jounes Baba-Ali per lo stupore che mi ha regalato quel giorno in una fiera italiana. Da allora lo seguo ovunque. Il quarto, un frammento speciale di un’opera del giovane artista francese Cetusss da seminare a Zurigo nel Dipartimento d’arte dell’Urban garden di Ildikò Sera, di cui mi ha onorata nel giorno del suo compleanno, un regalo speciale. Il quinto una micro-particella di un’opera del grande Wim Delvoy acquisita agli esordi di questo grande artista, una casualità che mi ha fatto avere in collezione un grande artista. Il sesto una punta di colore del celebre Lucio Fontana: ricordo ancora quando mi è arrivata una busta su cui spiccava il disegnino di una fontana e la sorpresa fu enorme come potete immaginare quando all’interno ho trovato una scheggia piccola piccola di un’opera del noto artista: un caro amico collezionista sapeva che mi mancava in collezione e che mi serviva per una collettiva sull’arte italiana da presentare a una conferenza in Francia. Il settimo Richard Long di cui ho solo alcuni delle migliaia di frammenti delle sue opere che purtroppo vengono scopati via o aspirati dopo ogni sua mostra, imperdonabile! L’ottavo Paul McCarthy di cui ho frammenti di suoi lavori di epoche diverse che custodisco con molto affetto, io stessa mi stupisco sempre come una micro particella possa rimandare immediatamente a lavori imponenti come i suoi.

Gli ultimi due i miei affezionati artisti storici italiani che ho seminato ovunque ormai nel mondo intero: Piero Gilardi e Giuseppe Penone.

 

4_Noi abbiamo voluto rappresentare Microcollection e la tua Mission con questa vignetta collage che ne pensi di Kapoor e Beuys?

Questa vignetta ben rappresenta lo spirito di Microcollection che si infiltra nell’anima dell’arte sottolineandone la potenza attraverso una micro particella e in questo caso nel nucleo di due capisaldi internazionali. Nella famosa mostra di Anish Kapoor nel 2013 a Berlino emerge il concetto di arte infinita, di opere che si rigenerano come fossero piante, secondo un sistema che l’uomo non è in grado di controllare. La grande opera di Kapoor qui esposta Symphony for a Beloved Sun del 2013 riempiva il grande atrio del palazzo di mucchi di cera rossa e rimandava alla leggendaria esposizione Zeitgeist del 1982 nello stesso salone in cui Beuys aveva accumulato tutto il materiale raccolto per anni nel suo studio di Dusseldorf. Con il suo approccio scientifico di amplificazione dell’arte tramite il microscopio e la riproduzione dell’arte attraverso le Semine d’arte Microcollection si sente molto vicina a questi due grandi artisti e si intreccia al legame che sussiste tra i due.

 

5_Mostre? Partecipazione ad eventi? I tuoi frammenti come interagiscono con lo spazio espositivo?

Con molta immodestia devo dire che la presenza del microscopio in ambito artistico conferisce sacralità e meraviglia mentre le Semine d’arte regalano gioia e speranza.

 

Che cosa è l’arte?

Lascio la parola a Giulio Paolini: “E poi, l’arte in fondo non parla, meno che mai della contemporaneità: la sua capacità di farsi ascoltare corrisponde proprio al silenzio che riusciamo a percepire nonostante il clamore che ci aggredisce ogni giorno.”

 

Che cosa pensi del sistema dell’arte?

Preferisco stare al di fuori dei sistemi in generale quindi anche da quello dell’arte. Solo al di fuori l’arte può essere veramente autentica.

Microcollection propone un’arte mentale che mette in discussione, direttamente o indirettamente, il senso stesso dell’arte e del fare arte.


MOSTRE

2015/ OASIS, Arcade (Tv) / YEARZERO, Cabinet de regard: a portion of Italian art, Zurigo / Semina d’arte: Petit Swiss, Merkurgarten, Zurigo / SINGOLARE PLURALE, Studio Roberta Toscano, Torino / INCHIOSTRO E PIETRA 3, Trieste 2014/ LA CASAFORTE, Napoli / EXCHANGE RATES, Bushwick Brooklyn, NY / ZOOart Vivaio d’arte, Cuneo / Qua // Là Residenza in Valcamonica / METTI IN CIRCOLO IL PITTORE, Visite guidate a Semina d’arte, Parco di Villa Gonzaga, Olgiate Olona / SAPERE – SAPORE, Semina d’arte su commissione a cura di Rebecca Ballestra, Museo Civico Palazzo Borea d’Olmo, Sanremo 2013/ WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS, Museo Maga, Gallarate / FUTURE NATURE CULTURE con Maria Rebecca Ballestra, Goat Major Projects, Cardiff, UK / PERFORMA FESTIVAL, Losone, Svizzera / PRIERE DE TOUCHER, NOVELLA GUERRA, Semina d’arte su commissione a cura di Patrizia Giambi, Imola / MUSEO DELLE SCIENZE MUSE, opening del museo, Cabinet de regard: Natura, Trento / COMBINATORIA, Circolo degli artisti, Torino/ MICROGALLERY Grand Show, Tirana, Albania / CENTRE DES LIVRES D’ARTISTES Hubert Renard&Microcollection, Jeunes pousses d’Italie, Saint-Yrieix-La-Perche, Francia/ YOURNEY INTO FRAGILITY, SEMINA D’ARTE SU COMMISSIONE a cura di Rebecca Ballestra, Papagayo Gulf, Costa Rica / SPAZIO PACHIDERMA Motelb, Brescia 2012 YOURNEY INTO FRAGILITY, SEMINA D’ARTE SU COMMISSIONE a cura di Rebecca Ballestra, Singapore/ KOMA ARTGALLERY, Montagano, CB /ARSPOLIS 2, Lugano, Svizzera/ YOURNEY INTO FRAGILITY, SEMINA D’ARTE, FuYang, Cina / ALBUME – MICROCOLLECTION, Cuneo / VISITE GUIDATE a SEMINA D’ARTE, Giardini Estensi, Varese / CAFFE’ LETTERARIO COMO, Como / “FUORI SARPI/FUORI E’ VERDE”, Milano / SEMINA D’ARTE, Museo Maga, Gallarate 2011/ SEMINA D’ARTE, Lisson Gallery Milano / SEMINA D’ARTE, Galerie Carzaniga, Basilea, Svizzera / WEEKEND DEL LIBERTY, Palace Hotel, Varese / DISSIPARTY, Parco Morselli, Gavirate 2010/ IL MUSEO DEI MUSEI, Lambretto Art Project, Milano / UTOPIA DI UN MUSEO INVISIBILE, Castello di Jerago / ARTPARTY SFERICA 2010, Civico Museo d’Arte Moderna, Castello di Masnago 2009/ “ROAMING. STREAMING TIME”, 91mQ Art Project Space, Berlino / ROAMING. FILOSOFIA DELLE PICCOLE COSE, La Rada, Locarno, Svizzera 2008/ ROAMING. TABULA RASA Manifesta7, Bolzano / ROAMING TAPIS VOLANT, Musée de Saint Denis, Francia / ROAMING. REPETITA IUVANT, Assab One, Milano/ 24.05.08 MICROCOLLECTION festeggia 18 anni di attività, Galleria Ar/ge Kunst Bolzano/ 2006-08 APARTMENT ART Cabinets de regard 2008 EXPOPROMENADE” – Pau, Francia 2007 L’ESPERIENZA DELLA TRASFORMAZIONE, Gam, Gallarate / 2007 KUNSTBRULE, Brugherio/ 2006 XV Biennale de Paris, Parigi / 1994 GRANCIA D’ARGENTO Rapolano Terme 1994/ L’INVASIONE DEGLI ULTRAPICCOLI Galleria Transepoca, Milano 1993/ INVENTARIO 2 Galleria Loft Arte, Valdagno 1992/ V.S.V. Gallery Torino / FIN DU SIECLE, galleria Luciano Inga-Pin, Milano 1990/ Galleria Pinta, Genova

www.microcollection.it

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The Author

Valentina Colella

Valentina Colella

Valentina Colella (Sulmona, 1984)
Laurea in Beni Storico Artistici, L’Aquila.
Laurea di specializzazione in Progettazione Museale, Firenze.
Master: web designer e web marketing.
Da sempre attenta all’arte, con particolare interesse verso l’andamento del sistema e sottosistemi dell’arte contemporanea.
Artista ecclettica del gruppo artistico: Spirit-Stick London.

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