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LONDON BIENNALE – INAUGURAZIONE 1° MAGGIO 2016 – ROMA

Testo di Vittoria Biasi

La London Biennale è un’esperienza unica, nata e fondata dallo spirito indipendente, libero, nomade dell’artista filippino David Medalla, in collaborazione con l’artista australiano Adam Nankervis.

Se il luogo di origine influenza il linguaggio dell’artista, è possibile pensare che il rapporto di Medalla con il mare, con il porto della sua Manila, con il grande movimento di navi mercantili e di differenti umanità, sia all’origine di una poetica che non conosce confini. Inoltre, per meravigliosa congiunzione, Medalla si forma negli anni dell’Astrazione in movimento (Yves Alain Bois): è tra i precursori dell‘Arte Cinetica. A Parigi negli anni ’60 è autore di importanti performances, frequenta Bachelard, Aragon, Duchamp, che parafrasando il suo cognome realizza per lui una medaglia che intitola Medallic. Nel ’64 presenta Bubble Machine, Cloud Canyons (1964) in cui l’elemento meccanico trasforma l’acqua saponata in bolle di sapone che possono prodursi all’infinito divenendo il linguaggio crepitante, avvolgente dell’opera, che ha in sé l’idea di espansione. La centralità dell’opera ha due funzioni: è produttiva e coesiva. In questo principio è la poetica di Medalla. Ogni opera scultorea o di performance nasce dalla concezione dinamica di travaso di energie tra due polarità. Ugualmente il progetto A Stitch in Time, realizzato già verso la fine degli anni ’60, diviene opera produttiva e coesiva in occasione di eventi nei vari paesi. La concezione dell’opera attraversa il tempo, l’umanità. Nell’evento romano Urbis et Orbis (2007), a mia cura presso lo Studio.ra, Medalla vuole avviare un’avventura spirituale affidata alla parola e al pane. Le Rosette, pane tipico della capitale, sono state distribuite, firmate, disposte circolarmente come aureola attorno alla figura dell’artista. La conferenza presso l’accademia di Belle Arti di Firenze, dove avevo invitato Medalla in un incontro con i miei studenti, ha il seguito nella performance su Ponte Vecchio con il coinvolgimento di tutti i presenti, i passanti, i turisti. La London Biennale poteva essere concepita solo dall’indipendente Medalla, artista nomade padrone della terra, delle stelle, dello spazio. L’evento è occasione d’incontro tra artisti multimediali: la sua ideazione testimonia, prosegue la poetica del Buble Machine, dell’Exploding Galaxy del 1967, dello Yin e Yang, forma che Medalla aveva ritagliato tra i suoi capelli.

L’obiettivo della London Biennale è all’interno dell’arte stessa per scrivere una storia altra dell’arte, legata alla sua sacralità.
L’unico requisito per l’”ammissione”  è stata la richiesta di una foto del partecipante con la statua londinese dell’ “Eros” – o “Anteros” – in Piccadilly Circus.
Il requisito è la creazione della propria carta d’identità, del passaporto per entrare a far parte di un evento intessuto attorno al sentimento comune dell’arte come amore, excitation all’origine del tutto, secondo il pensiero di Malevitch. La biennale terminerà il 1° luglio a Londra ai piedi della statua. Il giro del mondo e dell’umanità si conclude lì dove è iniziato, impaginando gli eventi, tracciando un sentiero costituito da diversità, una sorta di Via Lattea dell’arte attorno ad un tema preciso.

Altra “anomalia” sono gli spazi espositivi. Parte dell’opening si svolgerà nella Valle della Caffarella, il “contenitore” perde i suoi confini “deputati” e si apre al territorio.
La proposta dei luoghi riflette la concezione del direttore. La storia di Roma e della romanità espressa dalla Valle della Caffarella sull’Appia Antica incontra l’intento della Biennale di radicarsi nel territorio, respirarne i luoghi. E’ un centro diverso, storico su cui affaccia anche lo studio RO.MI di Vincenzo Ceccato, che collabora negli eventi più importanti con Studio.ra. Le performance sono accomunate da una particolare poetica, dal bisogno di una mise en conjonction de lumière!!

Parte invece si svolgerà nella sede di Studio.ra, in omaggio ai dieci anni di attività. Si tratta di un’associazione no-profit per incontri ed eventi d’arte fondata da un’artista, Raffaella Losapio.

Raffaella Losapio dirige Studio.ra, ha fondato negli anni precedenti la rivista online Art a part of culture, da cui si è poi allontanata per fondare 1F Mediaproject, magazine internazionale, con cui collaboro. Ovunque nel mondo esistono forme associative di promozione culturale, di ricerca, sperimentazione: sono luoghi in cui si capovolge la clessidra! Il mercato è importante, interessante studiarne l’influenza o la capacità dell’arte di orientarlo. I tempi possono essere avversari o complici, ma esiste anche il percorso inatteso, insospettabile, invisibile che gabba la razionalità organizzativa. Non sappiamo dove può risiedere. Una storia sorprendente può essere in tal senso la storia di Medalla. Le sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni museali. Sceglie Roma come sede per l’opening della London Biennale, con una sua mostra presso Studio.ra, lontano da ogni osservanza delle regole del mercato! Sono figure libere.
Adam Nankervis, coordinatore internazionale della London Biennale, a Berlino dirige la sua galleria Another vacant space, che come Studio.ra, è uno spazio di sperimentazione internazionale. Le figure coinvolte nella London Biennale, direttori, artisti, coordinatori sono particolari principalmente per il senso di libertà e indipedenza. Mi rammentano il passaggio di Baudelaire, riferito da Henri Meschonnic in Modernité.Modernité, in cui il poeta scrive che un artista, un uomo veramente degno di tale nome, deve possedere qualcosa sui generis per cui è lui e non un’altra persona.

Anche RO.MI., altro spazio culturale non profit metterà a disposizione la propria sede per ospitare alcuni eventi della LBA.
Le manifestazioni dell’opening sono distribuite nei primi tre giorni di maggio e in tre spazi differenti per specificità.
La Valle della Caffarella sarà il luogo delle performances, RO.MI. proietterà i video degli artisti partecipanti alla London Biennale.

La maggior parte degli artisti partecipanti sono storici, internazionali. Alcuni hanno già creato eventi nella Valle della Caffarella, come Jill Rock, Reynolds. Sono tutti artisti legati alla ricerca, potrei ricordare quella di Irina Danilova legata alla numerologia. Tra i giovani abbiamo Daniel Kupferberg, Valentina Colella, Qinggang Xiang, che sono espressione di tre percorsi artistici, differenti e profondamente collegati.

Per tutto il mese di maggio una fitta rete di eventi coinvolgerà tutta la città per poi spostarsi oltremanica e “impollinare” infine altri luoghi ancora. Questa “sensazione” di contaminazione “rizomatica” ha a che vedere con l’idea di nomadismo artistico del fondatore o i luoghi coinvolti riguardano scelte ben precise.

La London Biennale nasce dalla poetica  di David Medalla, che ha sempre sentito la vita come  arte. Il connubio in lui è stato qualcosa di spontaneo, ispirato dal grande amore per le letterature, per le mitologie, per il teatro. I confini si sono dileguati e tutto scorre sul senso, sul piacere della bellezza. Pollination continua ad essere un tema della London Biennale ed è compagno dell’altro titolo Cosmic Propulsion. Le differenti tematiche sono momenti dello stesso discorso sulla visione della molteplicità, presente in ognuno di noi e che trova nell’amore la forza coagulante e di trasformazione.

SYNCHRONISATIONS-SYNCOPATION è un riferimento alla performance realizzata da David Medalla con il tenore Nikola Matusic al Performance Festival di Goteborg. Nel suo andare sembra che Medalla non colga la trasformazione del mondo in atto. Non costruisce elenchi di moralità. Prosegue nella sua strada. La London Biennale trae la sua ispirazione da un evento particolare. Nel ’97 David Medalla e Adam Nankervis sono invitati a partecipare alla Biennale di Johannesburg, curata da Okwwi Enwezor. Non distante vi è la famosa isola di Robben Island, un tempo lebbrosario e poi luogo di detenzione dei prigionieri dell’apartheid, tra cui Nelson Mandela, Robert Sobukwe. Dal sentimento di negazione totale provato nasce l’idea di Medalla e di Narkervis di creare una biennale aperta a tutti, senza distinzione di razza, di cultura. La prima biennale è nel 2000 e si ripete ogni due anni senza mai smentire l’emozione, il messaggio, l’energia verso il mondo da cui è nata.

Il mio legame con David Medalla è legato al mio studio sulla monocromia bianca, al suo lavoro oltre il testo, al suo manifesto degli anni ’60. Collaboro in questa biennale. Inizialmente pensavamo che sarei stata il curatore. Sarebbe stato un ruolo in contraddizione con lo spirito libero dell’evento. Ho preferito portarmi dietro le quinte ed essere la parte invisibile e presente dell’evento.

Vittoria Biasi (Storica dell’arte) – 2016

Programma inaugurazione IX London 1° maggio 2016 – Roma
al link: http://www.studiora.eu/2016/05/01/program-of-london-biennale-2016-in-rome-press-release/

 

 

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