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VETTOR PISANI. IL CIBO INTERPRETATO. MUSEO CARLO BILOTTI. ROMA

VETTOR PISANI
Il rapporto tra arte e cibo ha una storia antichissima che giunge sino a oggi, dalla perfezione dei mosaici pompeiani sino all’enfasi seriale e consumistica della Pop Art. Le opere qui esposte confermano le suggestioni simboliche e l’humour corrosivo che Vettor Pisani ha dedicato agli aspetti del cibo sin dagli esordi con la coraggiosa esposizione del 1970 a Roma, dove il busto della Venere di Milo, canone di perfezione e bellezza, fu ricoperto da uno strato di cioccolato e contrapposto a un sacchetto di plastica contenente della vera carne macinata portata a naturale putrefazione durante la mostra. Grazie a una sintassi priva di sconti linguistici, arbitraria ed eccitata, da quell’opera emanava l’indiscussa forza visionaria che fece entrare l’artista nel mondo dell’arte dalla porta principale.

Il Cibo interpretato non è che un frammento del grande cosmo teatrale con cui Vettor Pisani ha espresso la sua Grande Opera (R. C. Theatrum), perennemente in mutazione e oscillante tra i poli della Vita e della Morte eternamente rigenerantisi.
Con la performance Orazione che attraversa come una sottile fenditura Il sentiero delle sculture – otto opere issate su piedistalli sistemati in parallelo, simboli dell’infinito – la mostra rivela la sua vera essenza. Nel regno della matematica ovvero della metafisica e del sacro, una donna compie un cammino di liberazione dal peso della materia, vuole rinunciare al cibo, sottrarsi alla zavorra della fisicità e sconfiggere la morte. Le suggestioni visive della storia dell’arte favoriscono, in aggiunta, una produzione di opere dove il presente ibrida il passato tingendolo dei colori vivi del paradosso, ma è dal mito, dal suo “grembo tenebroso” che l’artista si esalta in una creazione più estatica e autorevole che presume l’ignoto e lo coinvolge sino a violarlo.

La relazione con il cibo è la migliore maniera di rapportarsi all’altro (Derrida), ma Pisani frantuma il codice alimentare con sarcasmo e tragicità. Alle restrizioni di un regolato quotidiano, l’artista contrappone sregolatezza ed eccesso, dilatazioni semantiche, erotismo, tormento, estasi, patologie nervose, anoressia e bulimia. Attraversando questa selva artificiale, si avverte la potenza del pensiero iniziatico, l’immersione in un assoluto straordinario, magari con in bocca il sapore edipico di una “Crostata di mele grande mamma”, ricetta Sigmund Freud.

Roma, Mimma Pisani

Performance Orazione durante il vernissage, Pisani al Bilotti, foto Alessandro Vasari
Gaia Riposati e Manuel Paruccini (Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma)

ORAZIONE 2018
Testo e Regia: Mimma Pisani, Performer: Gaia Riposati, Danzatore: Manuel Paruccini, Violinista: Marco Valabrega, Costumi: Stefania Macori.

La performance “Orazione” è una messa in scena in dissonanza col percorso geometrico dove l’azione si svolge (otto piedistalli sistemati in parallelo, simboli della perfezione e dell’infinito). Una donna dai tratti bizzarri attraversa “il sentiero delle sculture” trascinando una pentola colma di pasta, legata in vita con una corda.

Nel regno della matematica, ovvero del sacro, la donna compie un cammino iniziatico, è oppressa dal peso della materia, ambirebbe liberarsene, rinunciando al cibo. Il suo vagare fiero, utopico, a volte barcollante, simula la fatale dispersione del sé. Il flusso caotico della negazione. La donna desidera sottrarsi alla zavorra della fisicità, vorrebbe diventare immortale come la morte stessa che l’attende seduta sul tavolo alla fine del percorso. Sussurrando o urlando la sua preghiera “ORAZIONE” cospargerà il tavolo con la pasta in un atto di sfida e di liberazione.
Mimma Pisani

Fratelli erranti – Pisani al Bilotti, foto Alessandro Vasari

Comunicato stampa
Al Museo Carlo Bilotti

Vettor Pisani. Il cibo interpretato
Le valenze metaforiche fondamentali assunte dal cibo nelle installazioni, sculture, stampe digitali, collage, disegni di Vettor Pisani
Roma, Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese
10 febbraio – 2 aprile 2018

Concepita come un frammento del Teatro Totale di Vettor Pisani (R.C. Theatrum), s’inaugura venerdì 9 febbraio 2018, alle 18.30, nel Museo Carlo Bilotti presso l’Aranciera di Villa Borghese la mostra curata da Mimma Pisani, con il supporto dell’Archivio Vettor Pisani: Vettor Pisani. Il cibo interpretato, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

È questo anche il primo tentativo di analizzare la relazione metaforica che il cibo assolve da sempre, come materiale privilegiato, nell’opera di Vettor Pisani.

Sin dalla presentazione d’esordio, nel 1970, del celebre busto della Venere di Milo, Suzanne Duchamp in uno stampo di cioccolato 1965 – ricoperto da uno strato di cioccolato e contrapposto a un sacchetto di plastica contenente della vera carne macinata portata a naturale putrefazione durante la mostra – le valenze assunte dal cibo nell’opera di Vettor Pisani sono fondamentali, rispondendo a molteplici sollecitazioni metaforiche, da quelle alchemiche, antropologiche e psicoanalitiche – suggeritegli di volta in volta dagli studi su Duchamp, Lévi-Strauss e Bataille – a quelle freudiane e del mito, mescolate alle suggestioni di tipo sacrale ed eucaristico, fornitegli dalla consuetudine del cibo con la storia dell’arte da sempre.

La scena del theatrum si apre nel Salone del Ninfeo con Il Sentiero delle Sculture – opere attraverso cui nella serata inaugurale, venerdì 9 febbraio alle 19.30, si muoverà la performance Orazione (2018), con testo e regia di Mimma Pisani, interpretata da Gaia Riposati e dal Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma Manuel Paruccini, con Marco Valabrega al violino. Essa approderà a un tavolo-altare addobbato da cerimonia, sopra cui si ergerà come un’apparizione l’immagine della Transverberazione di Santa Teresa d’Avila (1647-1652) di Gian Lorenzo Bernini, riproposta nell’opera Santa Teresa del frigorifero (2004) di Vettor Pisani.

Nelle due stanze laterali il percorso si snoda attraversoquaranta opere circa, d’installazione, scultura, stampa digitale, collage, disegno – in un arco temporale che va dal 1958 al 2011 – disegnando metaforicamente e ironicamente gli accadimenti e i lapsus che incrociano freudianamente i versanti opposti di natura-cultura, attrazione-repulsione, eros e thanatos, sogno e realtà. Vettor Pisani frantuma il codice alimentare con sarcasmo e tragicità e ne contrasta il decoro sovvertendone le convenzioni e i rituali con opere sferzanti sia nelle immagini che nell’uso di materiali inaspettati. Il mito è così ripensato secondo le sollecitazioni dell’attualità, mentre le opere che hanno segnato la storia artistica dell’Occidente sono destinate a una nuova produzione d’immagini, frutto di combinazione automatica come dell’estro inventivo e dissacratorio dell’artista che esercita il proprio corrosivo giudizio sul mondo.

A completamento della rosa variegata dei linguaggi, nella video room vengono proiettati a getto continuo i video realizzati da Vettor e Mimma Pisani aventi come soggetto il cibo, in particolare Orazione, nella sua doppia versione, quella del 2007 e quella riproposta in occasione di questa mostra (2018).

Pisani al Bilotti, foto Alessandro Vasari

Biografia
Vettor Pisani è nato a Bari nel 1935 ed è morto a Roma nel 2011.
Mostre personali gli sono state dedicate da istituzioni quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (presso il Castello Svevo di Bari, in qualità di artista vincitore del Premio Nazionale Pino Pascali) (1970); il Museum Folkwang di Essen (1982); la Diputació de Valencia (1990); la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1992); la Fondazione Morra-Palazzo Ruffo di Bagnara, Napoli (2011); il MACRO di Roma a pochi mesi dalla scomparsa dell’artista (2012); la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee presso il Museo MADRE di Napoli e il Teatro Margherita di Bari, per la sua prima grande retrospettiva (2013- 2014).
Pisani ha partecipato a numerose mostre periodiche e biennali fra cui Documenta V, Kassel (1972); la Biennale di Venezia (1972, 1976, 1978, 1984, 1986, 1990, 1993, 1995); la Quadriennale di Roma (1973, 1986, 1992), la XV Biennale, San Paolo del Brasile (1979); la Nouvelle Biennale de Paris, Parigi (1973, 1985).
Tra le mostre collettive si ricordano: Amore mio, Palazzo Ricci, Montepulciano (1970); Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70, Palazzo delle Esposizioni, Roma (1970); Contemporanea, Parcheggio di Villa Borghese, Roma (1973-1974); Italy Two. Art Around ’70, Museum of Civic Center, Philadelphia (1973); Rencontre internationale ouverte de vidéo, Espace Pierre Cardin, Parigi (1975); Arte e critica 1980, Galleria nazionale d’arte moderna, Roma (1980); Through the Looking Glass, Palazzo delle Esposizioni, Roma, (1980); Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma (1981); Avanguardia/Transavanguardia 68-77, Roma (1982); Italian Art Now: an American Perspective, Solomon R. Guggenheim Museum, New York (1982); Arte Italiana 1960-1982, Hayward Gallery, Londra (1982); Nell’Arte. Artisti italiani e francesi a Villa Medici, Accademia di Francia, Roma (1983); Der Traum des Orpheus: Mythologie in der italienischen Gegenwartskunst, 1967-1984, Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco (1984); L’Italie aujourd’hui: Regards sur la peinture italienne de 1970 à 1985, Centre national d’Art contemporaine-Villa Arson, Nizza (1985); Terrae Motus e Terrae Motus 2 a Villa Campolieto, Ercolano (1986) e al Grand Palais, Parigi (1987); Beuys zu Ehren, Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco (1986); Emerging Artists 1978-1986: Selections from the Exxon Series, Solomon R. Guggenheim Museum, New York (1987); Mythos Italien, Bayerische Staatsgemaeldesammlungen, Monaco (1988); Open Mind (Gesloten Circuits), Museum van Hedendaagse Kunst, Gent (1989); Orientamenti dell’arte italiana: Roma 1947-1989, Casa Centrale degli Artisti, Mosca; Sala Centrale delle Esposizioni, Leningrado (1989); Pittura italiana da Collezioni Italiane, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (1997); Minimalia. Da Giacomo Balla a … / Minimalia. An Italian Vision in 20th Century Art, Palazzo Querini Dubois, Venezia-Palazzo delle Esposizioni, Roma-P.S.1, New York (1997-2000); Il Bello e le bestie – Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all’immaginario scientifico, MART- Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2005); Celebration / Institution / Critique, Fondazione Galleria Civica- Centro di Ricerca sulla Contemporaneità, Trento (2009); Inganni ad arte. Meraviglie del trompe l’oeil dall’antichità al contemporaneo, Palazzo Strozzi, Firenze (2009).

Ingresso gratuito
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di Mimma Pisani
www.museocarlobilotti.it; www.museiincomune.it
SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI
Con il contributo tecnico di Ferrovie dello Stato Italiane
Media Partner Il Messaggero
SPONSOR MOSTRA: Cardelli e Fontana Arte Contemporanea, Musia Living and Arts, Galleria Vigato
Ufficio stampa mostra: Cecilia Riposati – ceciliariposati@gmail.com; 3922299666

 

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