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ABSTRACTA – DA BALLA ALLA STREET ART – MUSEO GAGLIARDI DI NOTO

Abstracta
Da Balla Alla Street Art
Un secolo di pittura astratta italiana

Testo di Vittoria Biasi – Art Historian

La cultura è la preoccupazione del nuovo millennio e della new economy fautrice di alcune forme di manifestazioni per la valorizzazione e la cura di patrimoni spesso trascurati, creando un’interazione con le ricchezze le tradizioni dei luoghi che divengono l’epicentro di un discorso volto a fare emergere le bellezze, la storia del sito in un contesto internazionale. Palermo, quest’anno città della cultura, ospita Manifesta mentre la Regione Sicilia è impegnata nel Festival delle Emergenze, a cura di Giuseppe Stagnitta. Il termine Emergenza è rivolto alla problematica urbana, al suo decoro. Con un progetto di rilevanza pubblica, Giuseppe Stagnitta ha curato la prima tappa del Festival nella città di Catania volendo dare alla città un aspetto più contemporaneo estetizzando industrie dismesse con l’impegno della street art, espressione di un linguaggio artistico immerso nella problematica sociale. Per la città di Noto, con la collaborazione di molti collezionisti, Giuseppe Stagnitta, Raffaella Bozzini e Giancarlo Carpi hanno proposto un progetto rivolto a focalizzare la storia dell’arte dai primi decenni del ‘900 con la lettura forte, emotiva della realtà del primo decennio tanto da scuoterla dal profondo e indagarne i moti anche in modo eversivo, fino alla sua espansione nell’aria: dall’aeropittura, alle secondo avanguardie, dalla crisi dell’oggetto d’arte fino alla street art.

Accardi Carla Marrone bronzo 1967 vernice su sicofoil su cartone dipinto cm 48×70

La mostra documenta il percorso della nuova alfabetizzazione della superficie pittorica caratterizzata da un’opera dove le immagini che ne scaturiscono dapprima nitide lentamente si scompongono in noduli fin ad approdare ad una forma astratta.[1] La storia dell’astrattismo italiano dai precursori futuristi agli ultimi esperimenti di Street Art offre la possibilità di entrare in sacche storiche che continuano a stupire per le problematiche affrontate specialmente dagli artisti futuristi ancora non totalmente compresi. L’esposizione raccoglie opere tra il 1910 e il 1930. Questa prima sezione si apre con Giacomo Balla, considerato il mago, il profeta dell’arte del ‘900, e con Depero compagno nella stesura del manifesto pubblicato nel 1915 Ricostruzione Futurista dell’Universo. Sono presenti le opere dell’idealismo cosmico di Prampolini e Gerardo Dottori. Dalle Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla, dalla danza della luce secondo schemi predeterminati si passa all’astrattismo dello stesso Balla, di Depero, Enrico Prampolini, Gherardo Dottori, Ciaceli. Il manifesto dei futuristi, dedicato all’aereopittura, segna l’ingresso nella piena sensibilità aerea, come scrive Prampolini. La mostra traccia il percorso dei valori plastici, del colore, della sua forma, dell’aria che abbraccia la smaterializzazione dell’oggetto. La poetica avanguardista è arricchita dalle opere di Arturo Ciacelli, influenzato dalle ideologie artistiche di Prampolini e firmatario del Manifesto futurista nella traduzione svedese del 1913 e dalla presenza di opere di Roberto Marcello Baldessari, che dall’esperienza paesaggistica approda ad una concezione post divisionista, che diverrà dinamismo delle forme.

Pietro Consagra C162 1972 tempera e nitro su faesite cm 60×80

E’ interessante nella filologia espositiva la partecipazione degli artisti che tra Milano e Como hanno lavorato attorno alle teorie di Kn, scritto da Carlo Belli e considerato da Kandisky come l’evangelo dell’arte detta astratta. Con l’Ottocento il concetto di spazialità vive il confronto concreto con la messa a punto della mongolfiera che consente piccole incursioni nello spazio aereo, vissuto anche nel contatto con la pelle, con lo sguardo diretto. Nel Novecento la ricerca elabora il motore: la conquista di uno spazio diverso porta l’allontanamento dalla forma! Alcuni aforismi introducono la linea poetica che l’autore enuncia in kn in difesa dell’arte, che deve essere al di fuori di se stessa, libera dalle forme dell’oggetto. In questa direzione scorre l’esposizione con le opere di Carla Bodiali, Alberto Magnelli, Fausto Melotti Mario Radice, Mauro Reggiani, Manlio Rho, Atanasio Soldati, Luigi Veronesi: opere bellissime in cui lo spazio sostiene forme con nuove e antiche geometrie.

La mostra sottolinea l’impegno dei primi decenni del Novecento, del momento storico difficile, in cui l’arte traccia un segno culturalmente forte, di grande aspirazione rivoluzionaria, poeticamente eroica. Dalle concezioni liriche del volo e dello spazio, dopo la fine della seconda guerra mondiale, la storia del segno riprende la sua ricerca, ripiegato sulla sua capacità di mutare la visione spaziale e percettiva. Gli artisti Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Achille Perilli, Giulio Turcato, Antonio Sanfilippo si proclamano FORMALISTI e MARXISTI scrivendo nel manifesto del gruppo Forma che gli elementi progressivi della società debbono mantenere una posizione RIVOLUZIONARIA e AVANGUARDISTICA e non debbono adagiarsi nell’equivoco di un realismo spento e conformista. Carla Accardi, unica donna del gruppo, sente il bisogno spingere l’avventura del segno in linguaggio essenziale e di liberarlo sulla superficie, rendendolo sempre più astratto.

Afro Villa Horizon 1960 tecnica mista su tela cm 85×100

Fanno da contrappunto al gruppo Forma le opere degli artisti del MAC (Movimento Arte Concreta) rappresentati nell’esposizione da Gianni Bertini, Annibale Biglione, Oreste Bogliardi, Enrico Bordoni, Angelo Bozzola, Nino Di Salvatore, Albino Galvano, Jean Lepplen, Mario Nigro, Ideo Pantaloni, Adriano Parisot, Bruna Pecciarini, Regina, accanto alla produzione coeva di alcuni astrattisti fondatori dell’Art Club, che hanno acceso gli animi e le polemiche di quanti, in quegli anni, non ne condividevano la posizione. La mostra prosegue con lo spazialismo di Lucio Fontana e Roberto Crippa accanto alle opere di Corradi Cagli e Quirino Ruggeri, Giuseppe Capogrossi, Afro Basaldella, Bice Lazzari e Guido Strazza.

Nella storia dei gruppi ovviamente non possono essere assenti Gruppo 1 di Gastone Biggi, l’arte cinetica da Getulio Alviani ad Alberto Biasi a Grazia Varisco. Per la pittura analitica o radical painting degli anni Sessanta e Settanta sono presenti Claudio Verna, Paolo Cotani e Marcia Hafif, accanto all’opera di Michele Cossyro del ’78 in cui l’artista ha raggiunto una sorta di smaterializzazione della tela, che diviene ambiente, forma cromatica, dinamismo, mobilità estrema.

Paolo Cotani Senza Titolo 1970 acrilico su tela cm 140×140

Sono presenti ancora le opere degli artisti Davide Nido, Roberto Pan, Alberto Parres, Veronica Montanino, definiti post-pop per la forma di astrattismo vibrante, che riflette il legame e la luce della realtà. La mostra si conclude con gli ultimi esperimenti di astrattismo con la Street Art di 108, GUE’, CT, ETNIK, MONEYLESS, 2501, STEN LEX, ALBERONERO, LIGAMA, TELLA e BROS.

Vittoria Biasi, Roma giugno 2018

Antonio Sanfilippo Senza titolo – 1948 tempera su tela cm 60×80

Comunicato stampa

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “ABSTRACTA”
DA BALLA ALLA STREET ART
UN SECOLO DI PITTURA ASTRATTA ITALIANA

Venerdì 15 giugno 2018 alle ore 18,30 al Museo Gagliardi di Noto inaugurerà la mostra che ripercorre un secolo di pittura astratta italiana: ABSTRACTAda Balla alla Street Art. La mostra, curata da Giuseppe Stagnitta, Giancarlo Carpi e Raffaella Bozzini, è inserita all’interno della programmazione del prestigioso Festival di Arte Pubblica “Emergence” e documenta il percorso innovativo dell’Astrattismo italiano dai precursori Futuristi agli ultimi esperimenti di Street Art, dei più significativi artisti italiani contemporanei di questa corrente.

Patrocinata dal Comune di Noto e inserita fra i Grandi Eventi della Regione Sicilia, la mostra, costituita da oltre 70 opere, provenienti da Fondazioni, Archivi e importanti collezioni private, opere significative degli artisti storici italiani che dialogheranno con le opere dei contemporanei, sarà la prima esposizione ospitata all’interno di un nuovo spazio espositivo della città, totalmente dedicato all’arte contemporanea: il Museo Gagliardi, sito nel settecentesco Palazzo Trigona.

La mostra descriverà l’evoluzione dell’Astrattismo italiano, che nasce con i primi esperimenti di Giacomo Balla con una serie di quadri denominati “compenetrazioni iridescenti” del 1912 per passare all’astrattismo analogico dello stesso Balla, di Fortunato Depero e in parte di Enrico Prampolini e Gerardo Dottori, nella seconda metà degli anni Dieci, fino alle sperimentazioni di Prampolini in chiave di “idealismo cosmico”, negli anni Trenta, con riflessi anche sulla produzione coeva di Arturo Ciacelli. Alla fine degli anni Dieci, trova spazio anche la consistente produzione astratta dinamica di forme conflittuali di Roberto Marcello Baldessari. L’esposizione presenterà poi gli artisti che negli anni Trenta descrissero l’elaborazione astratta intorno alle teorie di Kn di Carlo Belli, tra Milano e Como, Carla Badiali, Alberto Magnelli – questi secondo una personale inclinazione all’astrazione risalente agli anni Dieci – Fausto Melotti, Mario Radice, Mauro Reggiani, Manlio Rho, Atanasio Soldati, Luigi Veronesi.

Gastone Biggi Sheherazade 1979 olio su tela cm 45×100

Nel complesso clima dell’immediato dopoguerra, fino a tutti gli anni Cinquanta, la mostra procede per decenni intersecando gli esponenti dei due principali gruppi astrattisti dell’epoca, Forma e MAC, Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Achille Perilli, Giulio Turcato, Antonio Sanfilippo, e, per il MAC, tra Milano, Torino e Firenze, Gianni Bertini, Annibale Biglione, Oreste Bogliardi, Enrico Bordoni, Angelo Bozzola, Nino Di Salvatore, Albino Galvano, Jean Leppien, Mario Nigro, Ideo Pantaleoni, Adriano Parisot, Bruna Pecciarini, Regina, con la produzione coeva di alcuni astrattisti fondatori dell’Art Club, Enrico Prampolini, Joseph Jarema, fino ad alcuni esponenti dello Spazialismo, Lucio Fontana, Roberto Crippa, e alle espressioni di artisti più anziani di ascendenza figurativa come Corrado Cagli e Quirino Ruggeri, fino ancora al principale esponente di Origine, Giuseppe Capogrossi, con una apertura verso l’informale di Afro Basaldella, nonché verso il percorso originale, tra informale e astrazione lineare, di Bice Lazzari e Guido Strazza. Nella parte dedicata agli anni Sessanta, vengono delineate le ulteriori proposizioni astrattiste del Gruppo 1 di Gastone Biggi, fino alle esperienze – tra Sessanta e Settanta – dell’arte cinetica e ottica, da Getulio Alviani ad Alberto Biasi a Grazia Varisco. Tra Sessanta e Settanta, la mostra presenta anche le declinazioni di pittura analitica o “radical painting” di Claudio Verna, Paolo Cotani e Marcia Hafif.

Come ponte verso le espressioni di Street art astratta più recenti, situate entro coordinate post-pop, la mostra presenta l’Astrattismo pop di Davide Nido, Roberto Pan, Alberto Parres e Veronica Montanino. Fino agli ultimi esperimenti di astrattismo nella Street Art con 108, GUE’, CT, Etnik, Moneyless, 2501, Sten Lex, Alberonero, Ligama, Tellas e Bros.

Inaugurazione: venerdì 15 giugno 2018 alle ore 18,30
Date: dal 16 giugno al 30 settembre 2018
Curatela: Giuseppe Stagnitta, Giancarlo Carpi e Raffaella Bozzini
Catalogo: Lantana Edizioni Arte

Claudio Verna Dittico II 1968 olio su tela cm 90×140

Artisti in mostra: BALLA, CIACELLI, DEPERO, DOTTORI, EVOLA, PRAMPOLINI, BADIALI, MAGNELLI, MELOTTI, RADICE, REGGIANI, RHO, SOLDATI, VERONESI, BERTINI, BIGLIONE, BOGLIARDI, BORDONI, BOZZOLA, DI SALVATORE, GALVANO, LEPPIEN, NIGRO, PANTALEONI, PARISOT, PECCIARINI, REGINA, ACCARDI, CONSAGRA, DORAZIO, PERILLI, SANFILIPPO, TURCATO, FONTANA, CAGLI, CRIPPA, RUGGIERI, CAPOGROSSI, AFRO, LAZZARI, STRAZZA, BIGGI, COSSYRO, COTANI, HAFIF, LEINARDI, VERNA, ALVIANI, BIASI, VARISCO, NIDO, ALBERONERO, BROS, CT, GUE’, ETNIK, LIGAMA, MONEYLESS, MONTANINO, PAN, PARRES, STEN LEX, 2501, 108, TELLAS.

Location: Museo Gagliardi di Noto, Palazzo Trigona via Cavour 95, Noto
Apertura: dal lunedì al venerdì 11,00/21,00 e sabato, domenica e festivi 11,00/23,00
Info: 3382777142 – www.emergencefestival.com

Cliccare sulle immagini della seguente galleria per ingrandirle.

 

[1] Renato Miracco, L’idea astratta nella pittura italiana: le ragioni della mostra, in Italian Abstraction 1910-1960, Mazzotta 2006 [cura] Renato Miracco

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